Questo percorso comprende la visita in spazi dedicati all’“ARCHITETTURA STRUMENTO DI PACE” e ai protagonisti dell’architettura del Mediterraneo: immagini, video emozionali, disegni, reperti e ricostruzioni interattive multimediali sintetizzano le visioni di uno spazio geografico che affonda le sue radici nella storia antica delle civiltà.
L’architettura del Mediterraneo è un arcipelago, insieme di frammenti luminosi e colorati, corpo unico di cose diverse murato sul paesaggio naturale, corpo architettonico fatto di barriere, fratture, occlusioni, ma anche di passaggi, continuità, trasparenza.
L’architettura è dunque il tratto distintivo del Mediterraneo e la luce costituisce l’elemento fondante che riunisce vecchi e nuovi manufatti, creando atmosfere ma contribuendo anche alla qualità della vita.
Nel museo sono presenti immagini e video delle principali opere di Alvaro Siza, architetto di fama internazionale, autore – con Eduardo Souto De Moura – della stazione Metrò di Napoli “Municipio” su cui il Museo della Pace - MAMT si affaccia.
“Premio Mediterraneo 2010” della Fondazione Mediterraneo, Alvaro Siza ha partecipato a più incontri tenutisi al Museo con giovani architetti di vari paesi per illustrare la sua idea di architettura, esprimendo grande apprezzamento per le finalità del Museo da lui definito un “progetto unico, generoso e necessario”.
Il Museo ospita, tra gli altri, alcuni progetti dello studio Pica Ciamarra Associati nelle aree del Mediterraneo. Due le esposizioni proposte: una dedicata all’utopia (concrete proposte di concorsi progettuali) e l’altra alla realtà (realizzazioni e documenti originali di progetti).
Uno spazio è poi dedicato a Vittorio Di Pace, membro della Fondazione Mediterraneo, decano mondiale degli architetti: ed autore del progetto della “Città interetnica”: luoghi di dialogo e pace per i cittadini del mondo. L’ultima sua realizzazione è l’Euromedcafé del Museo della Pace.
Le Corbusier - presente al Museo - ha amato il Mediterraneo perché ha amato la luce. Tra i commenti e documenti che illustrano l’opera del grande architetto scomparso si legge questo commento sul tema della luce: “Quando Le Courbusier viaggia, è per trovare il sole, la luce che gioca sulle forme, e che illumina gli occhi delle donne, dei fanciulli e degli uomini. È questo sole che egli vuole avvertire sulla pelle, questa luce che vuole vedere. La vuole far penetrare in se stesso. E attraverso l’architettura la vuole trasmettere agli altri”.
È possibile vedere le interviste ad alcuni protagonisti ai seguenti link: